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Agli uomini non piacerà, Laszlo Barbo: "È l'antologia del pensiero femminile che ho incontrato negli anni"
INTERVISTE TEATRO

Agli uomini non piacerà, Laszlo Barbo: “È l’antologia del pensiero femminile che ho incontrato negli anni”

Classe 1977, Laszlo Barbo è uno sceneggiatore e regista di origini campane che, trasferitosi a a Roma giovanissimo, comincia a lavorare come aiuto regista per fiction, film e spot.
Successivamente, il suo percorso professionale prosegue negli Stati Uniti dove studia regia e sceneggiatura a Los Angeles. Torna in Italia, dove realizza alcuni cortometraggi per i quali riceve premi sia in Italia che all’estero. Si cimenta nella regia e nella scrittura di diverse pubblicità, video musicali e negli ultimi anni ha scritto diverse sceneggiature che realizza come regista o che scrive per altri registi e produttori.

Agli uomini non piacerà” è il suo primo spettacolo teatrale, una commedia piena di energico umorismo che strizza l’occhio all’universo femminile, in scena dal 7 al 9 giugno al Teatro Due di Roma.

Laszlo Barbo Agli uomini non piaceràLaszlo, come nasce l’idea di questo tuo nuovo spettacolo?
Le commedie più divertenti sono quelle dove si invertono i ruoli. Le risate spesso nascono quando un timido è costretto a fingersi estroverso, oppure un povero si finge ricco o quando un gay è costretto a fingersi etero. Ho pensato che sarebbe stato divertente invertire i ruoli e come uomo provare con la scrittura di questo spettacolo a mettere in ordine tutte le confessioni, le chiacchiere e le risate avute con le mie amiche nel corso degli anni. “Agli uomini non piacerà” è l’antologia del pensiero femminile che ho incontrato negli anni. Tra luoghi comuni da sfatare ed esperienze particolari esce fuori la voglia delle donne di parlare di uomini con una schiettezza tutta femminile. Il tema mi è stato proposto dalle due giovani donne che sono anche in scena e ho abbracciato in pieno l’idea di base: “parliamo di uomini come si farebbe tra amiche” .

Come hai scelto il cast?
In scena ci sono due personaggi interpretati da Giulia Pagnacco e Valeria Persi. Sono due attrici diversissime tra di loro. Giulia, donna dotata di una vivace intelligenza si diverte a recitare il ruolo della svampita sognatrice e perennemente alla ricerca dell’amore, mentre Valeria interpreta Wanda una psichiatra disincantata che usa le proprie conoscenze della psiche umana semplicemente per rimorchiare e godersi la vita. Giulia ha un’energia travolgente mentre Valeria con la sua esperienza di mimo teatrale rende ogni battuta irresistibile.

Qual è il messaggio che ti piacerebbe lanciare attraverso questo spettacolo?
Mi piacerebbe far capire che nonostante differenze abissali nei comportamenti e nel modo di dimostrare i propri sentimenti uomini e donne aspirano allo stesso obiettivo: essere amati. Attraverso il racconto di differenze emotive e distanza apparente negli atteggiamenti vorrei raccontare quanti punti di contatto ci sono in realtà tra i due sessi.

Perché il pubblico dovrebbe venire a vederlo?
“Agli uomini non piacerà” è una commedia di grande energia e di forte intrattenimento in cui le due protagoniste affrontano con ironia e sagace sarcasmo argomenti in cui ognuno potrà riconoscersi. Un atto unico di 60 minuti pieno di grandi risate e alcuni piccoli momenti di riflessione fino ad un finale a sorpresa veramente funambolico. Oltre alle due attrici in scena ci sono Filippo Gregoretti, straordinario musicista che suona dal vivo improvvisando con le due protagoniste e un proiettore che mostra al pubblico il contenuto dei cellulari delle due donne in scena e si sa che oggi nei cellulari si trova proprio di tutto. Quindi si ride, ci si commuove e la musica è ottima: tutti validissimi motivi per andare a teatro.

Facciamo un passo indietro: quando hai deciso di diventare un regista?
A tredici anni un brutto incedente con gli sci mi ha tenuto bloccato a letto per diversi mesi a guardare il soffitto color crema costretto in un fastidiosissimo busto di gesso.
Poi un giorno uno zio che adoravo mi ha portato una enorme videocassetta betamax di quelle pirata che si compravano al casello di Napoli, era Nuovo Cinema Paradiso. Il film di Tornatore si apre con una bellissima carrellata sul mare siciliano, per me è stato un colpo di fulmine. Quel mare azzurro mi ha dato una speranza incredibile. Allora chiesi a mia madre come si chiamava “quello che fa i film“. Da allora scrivo e racconto storie…

Quando hai capito che la tua passione si stava trasformando in un vero e proprio lavoro?
Ho iniziato a lavorare molto presto sul set prima come assistente alla regia e poi come aiuto regista, lavoro che ancora mi capita di fare. Da ogni regista si impara qualcosa e c’è sempre la possibilità di rubare un trucchetto, una sfumatura o un po’ di esperienza da qualcun altro. Raccontare storie è un mestiere incredibile, spesso difficile, a volte saltuario, ma è quello che mi piace da sempre. Probabilmente potrei fare mille altri lavori ma solo questo mi riempie di gioia.

A quali progetti ti stai dedicando attualmente?
Adesso sto collaborando ad una serie tv Mediaset come aiuto regista e nel frattempo continuo a scrivere sceneggiature sia per me che per altri registi. Negli ultimi anni ho iniziato a girare e a scrivere delle pubblicità e devo ammettere che quello del racconto breve degli spot è un tipo di narrazione estremamente stimolante che oltre a farmi incontrare persone fantastiche mi ha anche permesso di sperimentare con mezzi tecnici che di solito sono impossibili da ottenere per un regista agli esordi.

Quali vorresti fossero i tuoi prossimi traguardi?
In ogni caso sarò da qualche parte a raccontare qualche storia. Ho scritto una sceneggiatura che un produttore vorrebbe realizzare e incrocio le dita ma devo anche ammettere che grazie alla regia di questo spettacolo, che divido con Cristian Galizia, fantastico attore e carissimo amico, ci sto prendendo veramente gusto a lavorare in teatro. Ho iniziato a scrivere una nuova commedia da portare in scena a febbraio del prossimo anno. Parla dei media, della vanità e della politica di oggi. Ovviamente in chiave comica perché ridere fa bene all’animo e il sarcasmo ti permette di dire cose che altrimenti non potresti esprimere.