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“La festa del ritorno” di Lorenzo Adorisio: in tutte le sale il film tratto dal romanzo di Carmine Abate

Dal 13 novembre è sbarcato nelle sale il lungometraggio di Lorenzo Adorisio “La festa del ritorno”. Una coproduzione italo-francese che vede come protagonisti Alessio Praticò e il giovanissimo attore Daniele Procopio.

La festa del ritorno” ci racconta la storia di Marco e della sua famiglia, appartenente ad una comunità albanese nella campagna calabrese. Il padre, Tullio, è emigrato in Francia per lavoro lasciando il figlio con la madre e le sorelle. E’ Marco quindi ora la figura maschile di riferimento e, anche se giovanissimo, sentirà il peso di questo ruolo quando dovrà difendere la sorella Elisa.

Uno specchio sull’infanzia di un bambino cresciuto nella libertà della natura, nella selvaggia terra madre. “La festa del ritorno” è un racconto d’amore, attraverso l’evoluzione di Marco. L’amore per le origini, per il padre, per la famiglia. E’ la scoperta dei diversi volti dell’essere uomo. Evidente il legame del regista con la sua terra ma soprattutto con la luce: Lorenzo Adorisio è prima di tutto direttore della fotografia. La luce che ci regala, con la sua intensità di calore, è quasi percettibile addosso.

Era il 1972 e avevo dieci anni quando mio padre portò me e i miei fratelli, per la prima volta, a visitare la sua casa in Calabria, sulla costa ionica dove era nato e vissuto fino all’età di sedici anni. Era una realtà che sembrava tenerci nascosta, quasi una vergogna per lui che era riuscito a evadere dal paese, laurearsi e divenire un importante ingegnere progettista di ponti e strade in tutto il mondo” dichiara, aggiungendo: “E così, quando visitai per la prima volta il paese e la casa di mio padre rimasi colpito, affascinato e effettivamente spaventato allo stesso tempo. Mi apparve e mi appare tutt’ora un mondo che non mi appartiene, anche se rimango attratto come una calamita dal mistero che emanano le case, i vicoli, gli anziani contadini, l’immensa vallata che circonda il paese. Un mistero ancora vivo che si svela gradualmente, difficile da descrivere perché ha a che fare direttamente con gli elementi della natura che ha insegnato e insegna ancora oggi agli abitanti del paese a vivere“.

Nel descrivere il suo approccio registico, Lorenzo Adorisio ci parla di antropologia. Ed è così. Perché “La festa del ritorno” è soprattutto un racconto antropologico guidato dalla forza della natura, che non è solo paesaggio, ma è natura umana, visione dell’impeto, del coraggio di difendere chi si ama diventando improvvisamente grandi, anche quando non si vorrebbe lasciare mai le proprie radici.

Guarda il trailer de “La festa del ritorno”:

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