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Intervista esclusiva con Gianclaudio Caretta, al cinema con "Ed è subito sera"
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Intervista esclusiva con Gianclaudio Caretta, al cinema con “Ed è subito sera”

Classe 1993, Gianclaudio Caretta è un ragazzo consapevole che racchiude in sé tutto il senso di una nuova generazione che ha il coraggio di assumersi delle responsabilità e raccogliere i frutti di ciò che semina. Proprio come ha fatto lui, quando è partito dalla Puglia con un sogno da realizzare e tanto talento da vendere.

Il 2019 possiamo considerarlo l’anno della sua consacrazione: il 21 marzo, infatti, esce nelle sale “Ed è subito sera” (TRAILER) di Claudio Insegno che lo vede co-protagonista accanto al grande Franco Nero. Il film, presentato in anteprima mondiale il 19 febbraio a Los Angeles e il 13 marzo alla Camera dei Deputati, racconta la vera storia del giovane Dario Scherillo ucciso dalla Camorra nel 2004 per uno scambio di persona.

Lo abbiamo incontrato per farci raccontare questo momento d’oro.

gianclaudio carettaSei nel cast di “Ed è subito sera”. Ci racconti il tuo personaggio?
Interpreto Roberto De Martino, miglior amico di Dario Scherillo (Gianluca Di Gennaro), un giovane realmente ucciso dalla Camorra nel 2004 per scambio di persona. Mio padre, il magistrato Rosario (Franco Nero), segue le indagini sulle faide tra clan nelle quali mi ritroverò tragicamente coinvolto quando la mia vita, per caso, si intreccerà a quella del camorrista O’Muccus (Paco De Rosa).
Il mio personaggio è un ventenne universitario dall’educazione rigida, ho un rapporto poco comunicativo con papà, sempre in contrasto. Con Dario siamo amici dai tempi delle scuole medie e ci vogliamo un gran bene, ci divertiamo molto e ci sfottiamo a vicenda.
In realtà siamo due semplici ventenni ai quali però, il destino, riserverà qualcosa di diverso.

E’ più complesso, secondo te, portare sul grande schermo personaggi protagonisti di fatti realmente accaduti senza cadere nella retorica?
Il rischio della retorica c’è sempre, in ogni ruolo. Bisogna stare attenti ai luoghi comuni e a non inseguire un effetto. Personalmente cerco sempre, a livello attoriale, di trovare il più profondo bisogno che muova il mio personaggio, provando quindi ad agire in verità, come se io Gianclaudio, vestito del mio personaggio, volessi realmente ottenere qualcosa in prima persona, scena per scena.
Soprattutto nelle scene finali, ho immaginato che Dario potesse essere mio fratello nella vita reale.
Come sarebbe se ammazzassero mio fratello innocente, sotto ai miei occhi, in un bar qualunque di un normale martedì pomeriggio?

Cosa ti è rimasto di questa esperienza?
Di quest’esperienza mi rimarrà tanto, i bei ricordi sul set, quel mese vissuto in un paesino in provincia di Salerno, Albanella. Il regalo più grande per un attore, è la possibilità di immergersi in realtà differenti dalla propria, seppur per brevi periodi di tempo.
È come se, però, avessi vissuto qualche anno lì. Ho respirato ed imparato il ritmo di una quotidianità diversa, condividendo delle belle giornate con Gianluca Di Gennaro, Paco De Rosa e il regista Claudio Insegno, colleghi e amici splendidi.

Nel film interpreti il figlio del grande Franco Nero. Com’è stato il rapporto sul set?
Con Franco Nero ci stringemmo la mano qualche anno fa a Los Angeles; ero all’inizio in questo settore e sinceramente non immaginai affatto di poterlo incontrare di nuovo un domani sul set.
Poi la vita ha deciso di darmi quest’opportunità.
Il giorno prima delle riprese, alle prove trucco e parrucco, gli dissi che iniziai a sognare di fare questo mestiere guardando 7 volte “Pulp Fiction” di Quentin Tarantino, col quale Franco ha lavorato in diversi film.
Lui rise e non ci credette. Così gli recitai il monologo di Ezekiel 25:17.
Si divertì molto ed entrammo subito in empatia.

La tua famiglia ti ha appoggiato quando hai scelto un percorso di tipo artistico?
In realtà non è molto semplice essere appoggiati in queste scelte. Sono nato in Puglia, a Taranto, una città che col cinema non ha nulla a che fare. Di conseguenza è come se avessi detto ai miei: “Voglio diventare uno scalatore” o “mi piacerebbe essere un astronauta”.
Tutto questo è accaduto mentre lavoravo come autista di un carroattrezzi del soccorso stradale per la carrozzeria della mia famiglia. Quindi diciamo che la mia scelta non fu subito concepita come un colpo di genio ma poi, con passione e dimostrando tutto il mio impegno, sono riuscito ad ottenere un po’ di fiducia dai miei genitori.
Sono molto intelligenti, generosi e sensibili, seppur siano rimasti molto esigenti, per fortuna direi.
Renderli fieri di me è uno dei motori principali della mia vita.

gianclaudio carettaPensi che saresti potuto essere felice anche facendo un altro mestiere?
Non saprei. Il mestiere che fai decreta la vita che hai. Prima ero molto stereotipato, avevo un organigramma di vita precisissimo e ripetitivo. La notte e o la mattina presto in giro per Taranto caricando macchine incidentate o sequestrate. Poi palestra, tennis e calcio con alla base una dieta ferrea. Nel weekend cenetta o discoteca con gli amici. La domenica in pista col Ktm 530.
Negli ultimi anni, invece, la mia vita è stata completamente diversa, sino ad oggi devo ammettere di aver sacrificato molto di quello sopra elencato.
Per diventare attore mi sono trasferito a Roma, ho abbassato notevolmente la qualità della vita perché prima di iniziare a lavorare l’iter è molto lungo, le spese sono tante. Ho venduto la moto per pagarmi gli studi e l’affitto. Ho accantonato lo sport e la dieta per tanto tempo e purtroppo non avevo più al mio fianco gli amici d’infanzia.
Adesso pian piano sto ristrutturando la mia vita, ho reintegrato tutto ciò che amo, sto giocando a tennis, seguo un’alimentazione corretta, cerco di vivere al meglio i rapporti umani e principalmente, alla base di tutto, mi sto dedicando al massimo a questo mestiere che amo sempre più.
Più passa il tempo, più aumenta la voglia di recitare, cercando di farlo sempre meglio, studiando di più per lavorare di più.
Un circolo virtuoso fantastico.

Nel tuo percorso professionale film ma anche tanti cortometraggi. Credi siano il futuro del cinema?
Assolutamente, non credo solo possano essere il futuro ma anche il passato e il presente. Sono molto grato ai cortometraggi perché per me sono stati l’opportunità di esprimermi, fare esperienza, dire la mia. È difficilissimo entrare nel vivo della film industry e, in questo senso, i cortometraggi sono un’ottima opportunità per giovani attori, registi e produttori, affinché si possa dire: “ancora non faccio film o serie tv ma eccomi qua, questo sono io. Vi mostro il mio lavoro e la direzione verso cui tendo”. Sinceramente l’ho sempre vissuta così. Naturalmente esistono anche cortometraggi diretti da grandi registi, prodotti dalla major con budget e cast importanti ma qui rientriamo in altre prospettive.

Il tuo rapporto con il mondo dei social? Su Instagram hai più di 100mila follower (/gianclaudiocaretta ndr).
Sì, sono attivo sui social, soprattutto su Instagram e sul mio website gianclaudiocaretta.com. Li ho sempre immaginati come una vetrina professionale raccontata dal mio punto di vista personale. Cerco di condividere il mio lavoro e un po’ della mia routine, come se parlassi a degli amici, come se fossimo un grande gruppo su whatsapp.

Quali sono i prossimi progetti in cantiere che puoi svelarci?
Dal 21 marzo sarà al cinema “Ed è subito sera” e prossimamente usciranno altri 4 lavori ai quali sono molto affezionato.
Nel frattempo sono sul set per un nuovo progetto, prossimamente potrò dirvi di più!

Guarda lo showreel di Gianclaudio Caretta: