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Black Kalmar Skull: la nera montagna dai suoni granitici (intervista)
INTERVISTE MUSICA

Black Kalmar Skull: la nera montagna dai suoni granitici (intervista)

Nel campo della musica, soprattutto moderna, trovare idee innovative è cosa alquanto rara. Essendo uno che adora scoprire musica fuori dagli schemi, mi sono buttato subito ad occhi chiusi su un gruppo di cui non sapevo nulla ma che mi venne consigliato da più parti. Così ascoltai su YouTube Morphic Fields, il primo disco dei Black Kalmar Skull.

All’inizio pensai al solito black metal sinfonico ma dopo vari ascolti mi convinsi che questo gruppo aveva della stoffa da vendere e grandi idee.

Inutile dirvi che comprai subito i dischi Morphic Fields e As Stars in the Sky, oltre agli inediti. Immaginatevi la mia sorpresa quando, parlandoci, scoprii che Black Kalmar Skull è l’opera di una persona sola, Matteo Zanforlin, che compone, scrive i testi, canta e suona ogni singolo strumento presente nel CD, coadiuvato da una soave voce femminile che rende alcuni pezzi davvero particolari.

In vista della prossima uscita della sua nuova opera, A Night of Silence, ho incontrato Matteo per scoprire qualcosa di più su di lui.

Quando hai capito che volevi fare il musicista? C’è un momento, o episodio della tua vita, che ti ha portato a prendere questa decisione?

La musica mi ha sempre accompagnato fin da piccolo e intendo già a 2-3 anni d’età. La prima chitarra classica mi fu regalata a 7 anni e rimase nel dimenticatoio per 5 anni, tant’è che mio padre era sul punto di venderla.
Dopo questo periodo cominciai all’età di 12 a dedicarmi allo studio dei primi accordi. Come ogni cosa l’inizio è sempre la parte più difficile ma dopo le prime difficoltà e la voglia di abbandonare la chitarra, non smisi più, anzi diventò una passione/ossessione nel senso che appena staccavo da scuola, arrivavo a casa e non smettevo fino alla sera. Spesso mi dilungavo pure dopo cena fino a poco prima di andare a dormire.
Del resto la musica mi ha sempre affascinato per cui una volta imparati i primi accordi, non mi ha fermato più nessuno.

A questo punto mi sembra d’obbligo chiederti le tue influenze principali nel campo della musica.

Come musicista sono un po’ atipico, nel senso che ho sempre teso ad avere due, tre gruppi preferiti ma difficilmente apprezzavo nuove proposte, oppure gradivo qualche melodia ed alcuni aspetti di un gruppo disprezzandone totalmente altri. Dunque per me avere dei gruppi che veramente apprezzo nella sua interezza è una cosa più unica che rara.
Fatta questa premessa, il mio gruppo che amo di più in assoluto sono i Genesis e a differenza di molti cultori di quel periodo musicale, li adoro con Phil Collins alla voce.
Il primo album che acquistai all’età di 6 anni fu A trick Of The Tail del 1976, un capolavoro che influenzò tutti i futuri gusti in ambito artistico musicale.
Il secondo mio gruppo preferito sono i Supertramp: dei due compositori preferisco di gran lunga Roger Hodgson, di cui ho avuto anche l’onore di incontrarlo nel backstage lo scorso settembre facendomi una foto e omaggiandolo del mio primo Full lenght Morphic Fields, che sono sicuro non avrà e non ascolterà mai ma il solo pensiero che un tale incredibile musicista abbia una copia limitata del mio disco mi rende felice (ride n.d.r.).
Non posso escludere dalle mie influenze i Pink Floyd, gruppo che ancora adesso mi accompagna: gli assoli di David Gilmour penso siano diventati patrimonio dell’umanità per tutti i musicisti rock.
Tralasciando i gruppi preferiti in assoluto e quelli storici, cominciai ad ascoltare metal passando dagli AC/DC direttamente ai Children of Bodom: con loro ho iniziato lo studio della chitarra metal, ovviamente nella mia playlist avevo tutti i classici gruppi dei metallari ovvero Slayer, Pantera, Cannibal Corpse, At The Gates, Amon Amarth ecc
Dopodiché ho scoperto il black metal, un sottogenere che per quanto faccia parte del metal ha un intensità sicuramente fuori dal comune: dunque gruppi come Gorgoroth, Burzum, Satyricon, Darkthrone, Emperor, ecc
Parlando però di gruppi che mi hanno influenzato sicuramente nel vasto genere del metal devo certamente citare gli Insomnium, Dark Tranquillity e Woods of Desolation.

Il tuo lavoro è spettacolare. Nel primo cd, Morphic Fields, si è sentita molto l’influenza di personaggi come Burzum e Mortiis, ma rielaborati in maniera intelligente. Non una copia, bensì una restilizzazione di un genere che ha già detto tutto. Ti sei spostato oltre, diciamo. E’ così?

Di Burzum apprezzo i primi lavori black metal anche se è molto lontano da ciò che cerco in una canzone ideale. Del resto penso che il parere sia soggettivo e dipenda dai nostri ascolti musicali. Alcuni fan mi dicono che ricordo gli Alcest (gruppo che conosco di nome ma non ho mai ascoltato se non una canzone per curiosità), altri gli Agalloch, altri addirittura i Green Day e i R.E.M. Penso che la musica sia comunque composta principalmente da 7 note e che tutte le canzoni che ascoltiamo possano in qualche modo  influenzare inconsciamente tutti i musicisti/compositori.

Black Kalmar Skull

Quindi potrei definirti un post Rock Black Metaller? Di opere come le tue se ne sentono davvero poche, devo dire. Il fatto, poi, che fai tutto da solo è alquanto strabiliante.

Ti ringrazio della domanda e porto a casa con piacere questa tua affermazione. Personalmente non ho l’intenzione di definirmi anche perché non sapendolo nemmeno io sarei disonesto (ride ndr).

Nel mondo del “metal” per così dire, soprattutto italiano, non si vive di sola musica. Tu oltre ad aver questo grande progetto, hai un lavoro tuo o è solo la musica la tua vera ed unica passione?

La mia grande passione è la musica: in ogni momento della nostra vita abbiamo una colonna sonora che ci accompagna, persino quando non ascoltiamo la musica abbiamo una musica dentro di noi che ci fa compagnia. Io credo che la musica sia il nutrimento dell’anima, come il nostro corpo ha bisogno del cibo per sopravvivere e per letizia.

Come sono nati i tuoi primi due album? Che storia raccontano e che lavoro c’è dietro?

Il primo disco ovvero Morphic Fields nasce dopo l’EP pubblicato l’anno precedente This life. Finalmente dopo un periodo lavorativo molto intenso ho avuto modo di trovare un part time che mi ha lasciato il tempo e la tranquillità adatta per la composizione, la registrazione e soprattutto un buon mixaggio del disco.
Il titolo dell’album prende spunto dalla teoria di Rupert Sheldrake, un biologo inglese che descrive in un trattato scientifico una visione ben diversa sulle emozioni, sui ricordi e telepatia rispetto a ciò che siamo abituati sentire.
Le dieci canzoni hanno un filo conduttore: le emozioni, i ricordi ed il continuo altalenarsi della nostra esistenza. Nella quarta canzone dall’omonimo album la linea vocale al 90% è interpretata da una voce femminile, un esperimento di cui vado fiero e difatti è continuata con il disco successivo ed anche nel prossimo a breve uscita.
Un’altra novità rispetto al primo Ep – oltre all’uso del blast beat in tre canzoni – è l’inserimento di parti cantate in pulito, dove in As Stars In the Sky II arrivano a pareggiarsi in lunghezza con il classico growl/scream. As Stars in the sky esce esattamente dopo un anno da Morphic Fields, è un album che dura 1 ora e 5 minuti quasi, dunque supera il precedente di quasi un quarto d’ora.
Le canzoni sono uscite molto spontaneamente ed in ancor breve tempo rispetto all’usuale. Il titolo dell’album si propone come continuazione della canzone numero 7 ed 8 di Morphic Fields – ovvero As stars In The sky I e II: infatti continuerò poi questa sequenza con la parte III.
Anche questo lavoro, come del resto tutta la mia musica, è concentrato sulle emozioni e sentimenti umani. Le novità per questo album sono sicuramente le tastiere, dove nella traccia introduttiva Dreams Of Life ne è lo strumento padrone ed i cori di voce femminile in Countless Stars e Lost Horizons.

Per un musicista ogni disco è un figlio. Hai un preferito? E se dovessi consigliare l’acquisto a qualcuno, quale dei tuoi dischi faresti comprare per primo?

Dover scegliere tra così pochi album uno preferito è un’impresa ardua (ride ndr). Vado fiero di entrambi gli album e se dovessi consigliare un pezzo per far conoscere la mia musica sicuramente sarebbe dal primo Ep This Life i brani New Horizons e Sorrow Past.
Per quanto riguarda i miei pezzi preferiti per ogni disco, direi Resonance, Morphic Fields e As stars in the sky I e II per Morphic Fields e Through The Sky, The flame, As Stars in the sky III per As Stars In the Sky.

Black Kalmar Skull

Puoi darci qualche anticipazione sul tuo nuovo lavoro?

Il nuovo album A Night Of Silence è già disponibile per il preorder e la data di uscita è fissata per inizi di marzo. Come tutti i miei album è possibile acquistarlo su Bandcamp. A differenza degli altri, però, sarà disponibile solamente in formato digitale e non sarà possibile ascoltarlo interamente, previo acquisto.
Questo album ha una qualità di masterizzazione molto alta rispetto anche al remastered 2019 di As Stars In The sky; inoltre le canzoni sono particolarmente orecchiabili e come composizione direi che sono veramente soddisfatto.

I fan: sei più apprezzato in Italia o all’estero?

Sicuramente all’estero. In italia purtroppo non c’è una cultura musicale dell’acquisto come in altri paesi. Sono apprezzato particolarmente in Europa e negli Stati Uniti.

Come sono andate le vendite? In un mondo in cui tutto è scaricabile e piratabile non deve essere facile vendere e campare di musica. Raccontaci la tua esperienza.

Sicuramente il mondo digitale odierno ha fatto calare drasticamente le vendite dei CD musicali, questo si riflette anche sugli artisti mainstream quindi è facile immaginare. Una volta si comprava a scatola chiusa e magari ci si rimaneva male; ora invece si ascolta tutto gratis e se il disco in questione diventa pure uno dei nostri preferiti, lo mettiamo nella playlist di ogni giorno però preferiamo non comprarlo oppure la stessa idea dell’acquisto non ci sfiora nemmeno.
Credo che andando di questo passo gli artisti che meritano non emergeranno mai e saremo sempre inondati di più da musica spazzatura senza contenuti o come avviene oggi con contenuti nocivi additi ad una stupidità e sterilità mentale intrinseca. Per fortuna su questo io sono stato abbastanza fortunato e sono riuscito a farmi apprezzare nel mio piccolo in tutto il mondo dove ho venduto ad oggi sulle le mille copie tra digitale e CD.

Meglio vendere su supporto come cd o in digitale? Si fanno più vendite nel primo o nel secondo modo?

Per quanto riguarda la mia esperienza, sicuramente il digitale. I cd sono ancora apprezzati da alcuni, compreso il sottoscritto, il problema è che la maggior parte delle persone vorrebbe acquistare a prezzi stracciati con spedizioni regalate ed è ovvio che per gli artisti indipendenti questo è impossibile. Il digitale ha anche i suoi contro perché è comunque facilmente scaricabile illegalmente senza pagarlo ma c’è una nuova generazione a cui piace il digitale e questo è molto buono per gli artisti indipendenti.
Inoltre per l’artista con il digitale non vi sono spese per produrre il booklet del CD evitando quindi di pagare troppi grafici, disegnatori e le ditte che lo producono; questo permette anche di abbassare il prezzo finale rendendolo appetibile anche per il scaricatore seriale.

Di sicuro avremo suscitato l’interessa di molte persone. Hai in progetto dei live? E il merchandising? Si trova da qualche parte?

Producendo tutto da solo mi è impossibile fare live e non penso ne farò in futuro per ovvie ragioni, tuttavia l’idea non mi dispiace, avendo io suonato a diversi live in passato.
Il merchandising è acquistabile ed ordinabile tramite Bandcamp, Facebook o inviando una e-mail a blackkalmarskull@gmail.com​. Il digitale invece è acquistabile tramite Bandcamp ed ITunes.

In famiglia come hanno preso questa tua decisione di fare il musicista?

In famiglia non ci sono musicisti di passione e di professione quindi come spesso accade in Italia si tende a vedere la cosa come mero scopo ricreativo. La realtà è ben diversa e qualsiasi musicista o produttore conosce i molteplici lavori che devono essere fatti per la realizzazione di un album. 
Difatti almeno un anno è indispensabile per realizzare un disco.
Io credo di aver ereditato questa passione dal nonno paterno che non ho mai conosciuto ma dalle foto e dai racconti aveva la passione per la chitarra e il canto. Premetto che vivendo da solo in montagna è difficile essere musicista al 100%, buona parte del mio tempo infatti va via per il mantenimento del terreno, le scorte di legna, l’allevamento e l’agricoltura.

Spesso vedo ottimi gruppi in preda a depressioni per poche vendite. Secondo te conta più la qualità dell’opera o la quantità venduta?

A parer mio maggiore è la qualità, maggiore dovrebbe essere la rendita. Purtroppo oggi questo difficilmente accade anzi ci troviamo davanti quotidianamente l’effetto opposto.

Per concludere, cosa vuol dire Black Kalmar Skull?

Il nome è assolutamente inventato a caso, mi piacque l’assonanza e l’originalità dell’idea quindi decisi di tenerlo.

In bocca al lupo per questa tua grande futura carriera!

Grazie a te per l’intervista. Voglio ringraziare tutti quelli che hanno creduto e credono in me e supportano la mia musica. In particolare voglio ringraziare Bryan S. Tucker dagli Stati Uniti, nonché fondatore della pagina fan club su Facebook. A lui sportivamente dedico il nuovo album in uscita.

Guarda il video di Countless Stars [Remastered]: