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Vanessa Contucci
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Vanessa Contucci: “Il cinema è casa per me”

Vanessa Contucci è una giovane donna, un’attrice che con determinazione ha trovato nella recitazione, nell’arte in generale, la sua “ancora” di salvezza. È uscita da poco nelle sale la sua pellicola d’esordio, Il meglio di te di Fabrizio Maria Cortese con Maria Grazia Cucinotta, Vincent Riotta, Daphne Scoccia, Anita Kravos, Simone Montedoro, Giusi Merli, Mattia Iasevoli ed Elvira Cuflic, dove interpreta Veronica, una giovane donna, una pittrice che sta cercando il suo posto nel mondo.

Nata ad Urbino, si è trasferita a Roma poco più che ventenne per studiare al Duse International con Francesca De Sapio. Concreta e volitiva, Vanessa ha lavorato con impegno e si è messa in gioco mettendo a fuoco le sue paure per poterle affrontare e superare. Un’adolescenza complicata che, grazie all’affetto e l’educazione dei nonni che in un paesino delle Marche di poche anime, l’hanno cresciuta con amore, le hanno permesso di “spiccare” il volo, trovando nel cinema la sua direzione.

Vanessa quale ritieni sia il ruolo più difficile per te?

Non penso ad un ruolo specifico ma, piuttosto, un’intenzione comica: questo potrebbe essere per me al momento, più complicato di altri. Poi, magari mi scopro con una vena comica che non sapevo di avere! Una bella sfida potrebbe essere anche una pellicola in costume che richiederebbe un impegno, uno studio di postura ed atteggiamenti che sono lontani dal mio mondo; questo mi intrigherebbe, perché sono proprio le sfide che mi appassionano, permettendomi di esplorare possibilità che magari non credevo di poter affrontare.

C’è stato un momento in cui hai pensato “ho sbagliato tutto”?

Tutti i giorni mi chiedo spesso se ho fatto le scelte giuste, anche l’università per esempio. Mi chiedo se non sia una perdita di tempo, se non dovrei concentrarmi solo sul cinema. Poi mi ricredo, perché sono convinta che sia fondamentale studiare il più possibile le lingue che mi potrebbero aprire ad opportunità anche al di fuori dell’Italia.  Per quello che riguarda il cinema, invece, no non mi sono mai pentita, perché, lì, mi sento felice e perfettamente a mio agio. Il cinema è casa per me. È proprio il mio modo di essere ed ho bisogno di esprimermi attraverso l’arte che sia la recitazione o la pittura che è entrata da poco nella mia vita.

Il cast del film Il meglio di te

Da quando sei appassionata di pittura?

Ho sempre avuto un feeling importante con la matita e il foglio, ma da quando ho lavorato per il personaggio di Veronica, ho capito quanto sia importante per me. Ogni pittura è un figlio, un mio prolungamento. Quando dipingo, perdo la cognizione del tempo. Da adolescente non avevo nessuna voglia di studiare, mi buttavo nel letto senza forze; oggi, invece, nonostante la fatica per studiare e conciliare i miei tanti impegni, mi dà forza, nuova energia.

È da poco uscito nelle sale Il meglio di te: un bell’esordio per un film con un cast di tutto rispetto sotto l’attenta regia di Fabrizio Maria Cortese. Che effetto ti ha fatto vederti sul grande schermo e quale è stato il feedback?

Sicuramente, mi ha riempita d’orgoglio perché i feedback ricevuti sono davvero tanti e positivi; mi ha dato tanta nuova energia e la voglia di valorizzarmi ancora di più, di concedermi tempo per diventare migliore. Un ruolo che, se pur piccolo, mi ha permesso di imprimere tutta me stessa, con l’intensità che volevo. Credo che questa sia la magia, al di là dell’importanza del ruolo: riuscire a metterci il meglio di quello che hai, rendendolo speciale. Come attrice ho avuto la possibilità di evidenziare e mettere in risalto i contorni del mio personaggio e questo, mi ha reso davvero felice.   

C’è un film che avresti voluto fare? Un’attrice tra tutte che preferisci e perché?

Il lato positivo mi piace moltissimo e non è un caso che la ragione per cui mi affascina, sia che la protagonista sia una giovane donna bipolare; uno spettro di malattia mentale, borderline, che mi piacerebbe affrontare come attrice. Poi Jennifer Lawrence che ha interpretato tanti ruoli diversi, dal comico, al drammatico, impacciata e spontanea, forse, mi somiglia un po’… Su tutte poi Lady Gaga, che è magica e poliedrica in un modo quasi impossibile da immaginare. Per me un mostro sacro.

Se non avessi fatto l’attrice…

Se avessi avuto un’adolescenza migliore, con una famiglia un po’ meno critica, forse potrei rispondere. Il cinema è stata la mia zattera di salvataggio, in un mare in tempesta. Con la recitazione posso mettere a disposizione tutta la mia interiorità anche quella ferita, imperfetta, provata. Un punto di forza e non di debolezza; quindi, credo che questa sia la mia strada e la recitazione, la mia occasione di essere felice.

Come immagini il tuo futuro? Ti trasferiresti all’estero?

Spero di poter viaggiare con il mio lavoro, ma non mi trasferirei all’estero, anche se spero di poter lavorare con produzioni al di fuori dei nostri confini.  Amo il cibo italiano e a Milano sto bene, mi piace molto. Anche se quando ho dovuto scegliere, la prima scelta è stata Roma dove ho studiato al Duse International con Francesca De Sapio, amo Milano che mi obbliga ad essere diversa, più produttiva imprimendo un ritmo che alla fine, mi affascina.  

Nonostante i tanti impegni, hai visto qualche film che ti ha particolarmente colpito in questo periodo?

Il film della Cortellesi mi ha colpito parecchio e mi è entrato dentro. Un film che fa riflettere e che fa da cassa di risonanza alla situazione della donna che, nonostante se ne parli tanto, è tutto fuorché risolta. Lei con la sua sottile intelligenza, la sua ironia è capace di far sorridere e piangere e in questa pellicola, lo ha saputo fare magistralmente, superandosi.

Dietro la macchina da presa, come ti senti?

Sono felice perché non sono io ma un nuovo personaggio che deve prendere vita e non vedo l’ora di dargliene la possibilità. È una sorta di filtro, di scudo che mette me stessa, la me che fatica a mostrarsi, al riparo. Più difficile è raccontare me stessa, perché mi sento nuda. Quando devo partecipare a feste, a proiezioni mi sento allo scoperto e sono più timida, impaurita. Questo è un lavoro che so di dover fare su di me per superare paure che sono ataviche e mi appartengono da quando ero bambina. Oggi talvolta mi sento più forte, ma non sempre ci riesco. Devo ancora lavorarci!

(credit foto in evidenza: Andrea Ciccale)

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