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Un Labanti per Capello
Un Labanti per capello

Fabrizio Labanti: “Il patch cutaneo è il primo capo d’abbigliamento su misura per la testa”

Da oggi, su Zoom Magazine, nasce una nuova rubrica esclusiva a cura di Fabrizio Labanti, acclamato hair designer e CEO di benesserecapelli. Labanti, noto per la sua innovativa visione nel mondo dell’hairstyling, ha rivoluzionato il settore con il suo Patch Cutaneo, il primo trapianto di capelli non chirurgico, non invasivo e completamente reversibile.

Questa tecnologia all’avanguardia, che si distingue nettamente dalle comuni protesi per capelli, ha cambiato il modo in cui pensiamo al restauro capillare. Il Patch Cutaneo è una soluzione rivoluzionaria per chi cerca un’alternativa sicura e non invasiva al trapianto chirurgico.

Nella sua rubrica su Zoom Magazine, Labanti condividerà esclusivi insight, consigli e le ultime tendenze nel mondo della cura dei capelli. Si tratta di un’occasione unica per apprendere direttamente da uno dei più innovativi esperti del settore.

Inauguriamo la sua rubrica, conoscendolo meglio.

Fabrizio, come è nata l’idea del patch cutaneo e qual è stata l’ispirazione dietro questa innovazione nel campo degli infoltimenti capelli?

È nata dalla consapevolezza che le protesi che avevano rappresentato sei anni della mia vita lavorativa comunque rendevano felici le persone. Personalmente non l’avrei messa e quindi la mia ricerca è stata sempre mirata a trovare una soluzione alternativa. L’ispirazione mi è venuta nell’estate del 2006: mentre chiacchieravo con mia madre sulla spiaggia mi accorgo che portava addosso un cerotto che – mi spiegò – serviva a ritardare l’arrivo della menopausa ma soprattutto quello dell’osteoporosi. Rimasi colpito dalla consistenza impercettibile e dal fatto che questo cerotto stesse attaccato un mese intero. Pensai che avrei potuto fondere la tecnica dell’autotrapianto con quella delle protesi: cioè iniettare sul cerotto i capelli, come fosse un trapianto di capelli. Il prodotto, quindi, nasce dall’esperienza e si sviluppa dall’intuizione di questo cerotto.

In cosa consiste il patch cutaneo e come si differenzia dai tradizionali metodi di trapianto di capelli?

Il patch cutaneo è il primo trapianto di capelli non chirurgico. Nello specifico è una iniezione di capelli su una simil cute realizzata su un cerotto di poliuretano trasparente, anallergico e medicale che dà la possibilità alla pelle di traspirare. Facciamo un calco tridimensionale della testa del cliente, o paziente se parliamo del mondo medicale, che genera il negativo del nostro ‘avatar’, dal quale creiamo il positivo. Ovviamente questo ‘avatar’ si riferisce solo alla porzione di testa diradata e su questa andremo a realizzare l’innesto di capelli. L’innovazione, rispetto alle altre tecniche tradizionali di trapianto di capelli, è che non è chirurgico. È un prodotto che può essere fatto con qualunque dimensione perché i capelli non si prelevano dalla zona donatrice bensì si utilizzano capelli europei naturali uguali a quelli del cliente o del paziente senza andare, appunto, a togliere i suoi. Questo ci permette di generare un infoltimento che lascia il cliente libero di poter tornare indietro, perché la reversibilità che il patch cutaneo garantisce nessun altro sistema chirurgico lo può garantire. Ricapitolando, efficacia, traspirazione, naturalezza e reversibilità totale.

Quali sono state le principali sfide che hai incontrato nello sviluppare e introdurre il patch cutaneo nel mercato?

Sono state e sono ancora tantissime, ma quella più grande è il pregiudizio. Gli italiani, soprattutto, abbiamo questo preconcetto che tutto quello che viene applicato sulla testa sia parrucca o parrucchino. Questa diffidenza ha portato il patch cutaneo ad essere dentro a quel settore ma c’è da sottolineare che la sua peculiarità è che genera una sensazione di naturalezza rispetto a tante altre alternative. Nell’ultimo periodo, poi, c’è il problema della contraffazione. Il termine patch cutaneo – che è un marchio registrato ed è un brevetto internazionale di benesserecapelli e del sottoscritto – viene abusato da molti ‘player’ del settore infoltimento dei capelli che raccontano di avere il patch cutaneo, generando confusione nel mercato tanto che cercando sul web “patch cutaneo” insieme a me ci sono centinaia di aziende che in realtà sono truffatori perché millantano la proprietà di un prodotto che è il nostro. Le diffide che facciamo sono tantissime ma in Italia è difficile fa valere il copyright.

Come ha reagito il settore della cura dei capelli e i tuoi clienti all’introduzione di questa tecnica non chirurgica?

Il settore della cura dei capelli non gradisce molto questa cosa perché racconta delle promesse, attiva delle speranze, attinge dal desiderio però alla fine di concretezza ne offre ben poca. Il patch cutaneo, invece, è sempre una certezza: metto capelli, ho capelli; tolgo capelli, non ho capelli. È chiaro quindi che il mondo della cura dei capelli trova nel patch cutaneo un acerrimo nemico anche perché a fronte dell’insuccesso di terapie, c’è il successo sempre matematico del patch cutaneo.

Quali vantaggi offre il patch cutaneo rispetto agli altri metodi di infoltimento e trapianto capillare?

Il più grande vantaggio, come detto, è la reversibilità. Nasce con l’obiettivo di proteggere la cute da quello che sono gli agenti atmosferici senza danneggiare i capelli, tant’è che in oncologia ha delle grandi applicazioni. Inoltre la quantità di capelli è gestibile, i capelli utilizzati sono europei, e poi anche l’inserimento di capelli bianchi per fare le brizzolature. Insomma, il patch cutaneo è il primo capo d’abbigliamento su misura per la testa, ovvero i capelli. Mi piace definire benesserecapelli come la prima sartoria senza ago e filo e io e i miei collaboratori ‘hair designer’, gli architetti dei capelli. 

Ci sono storie particolari legate ai tuoi clienti che ti hanno colpito?

Ho tanti clienti. Ogni persona ha una sua storia, sono tutte speciali per me. Se parliamo di bambini, naturalmente, occupano una parte importante nel mio cuore. 

Quali consigli daresti a qualcuno che sta considerando un trattamento di infoltimento capillare?

Sicuramente capire l’obiettivo, che cosa si vuole ottenere che diventa poi la guida di ogni scelta. Quello che mi piace ricordare è che la calvizie non è una malattia ma una sfiga, per cui va accettata. Se siete davanti ad un’alopecia androgenetica areata di qualunque tipo è inutile ostinarsi a cercare strade alternative: il patch cutaneo è la soluzione più adatta, senza dolore o fastidio.  

Qual è la tua visione per benesserecapelli nei prossimi anni e come prevedi che la tua azienda continuerà a influenzare il settore?

L’obiettivo principale è una diffusione capillare, quantomeno europea. Quello che facciamo è meraviglioso e magico ma, soprattutto, restituisce sicurezza alle persone. Voglio sdoganare le calvizie: far sì che le persone approccino al patch cutaneo con la massima serenità sapendo di trovare una azienda seria, leale e presente. Vogliamo migliorare sempre di più la performance del nostro risultato finale: ci sono progettazioni nuove per la realizzazione stessa del patch, con delle versioni 2.0 e 3.0. Tutto questo però vede, come sempre, una grande attenzione nei confronti dei nostri clienti. 

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