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Vittorio Vaccaro: ”L’arte è al servizio della pace e della speranza”

Mancano poche ore all’evento “La pace comincia con un sorriso” che si terrà questa sera a Lodi, organizzato dal Comune in collaborazione con Croce Rossa Italiana – Comitato di Lodi, per raccogliere fondi da destinare al Comitato nazionale di Croce Rossa Italiana per fornire assistenza umanitaria alla popolazione colpita dalla guerra in Ucraina.

Nel corso della serata, che si terrà al Teatro alle Vigne alle ore 21.00, il comico lodigiano Paolino Boffi accoglierà sul palco numerosi artisti per parlare di pace e dimostrare concreta vicinanza a chi ha più bisogno. Protagonista di uno dei momenti musicali l’attore, regista e musicista Vittorio Vaccaro che con il suo quintetto sta portando avanti un progetto jazz: rileggere alcune canzoni italiane tra gli anni ’30 e gli anni ’60 con una nuova veste sonora.

Vittorio, cosa puoi anticiparci sull’evento di questa sera?

È uno spettacolo varietà, dove comicità e musica saranno le vere protagonista di una serata che ha l’obiettivo di raccogliere fondi per le famiglie colpite dalla guerra dell’Ucraina. Per quello che mi riguarda, sono presente con il mio quintetto musicale: porterò alcuni brani scelti dal repertorio che faccio solitamente nel mio spettacolo musicale e spero possano contribuire a far passare una serata piacevole al pubblico che con il solo gesto di acquistare il biglietto hanno scelto di essere presenti alla serata e quindi alla raccolta fondi.

Credi che l’arte e la musica possano accendere i riflettori su temi così importanti?

Lo credo profondamente, come credo che l’arte, in tutte le sue forme, se utilizzata con sensibilità e con sapienza, possa essere distillatore d’amore, di pace. Può sembrare retorica ciò che dico ma se pensiamo al teatro, possiamo vedere in modo chiaro come la sua funzione è ed è sempre stata quella di aggregare e raccontare la vita delle persone, farle riflettere, crescere, confrontarsi, soffrire, gioire, ridere. Dove c’è arte c’è vita e dove c’è vita c’è speranza e in questo periodo ne abbiamo bisogno.

Come stai vivendo questo particolare periodo storico?

Io sono un positivo di natura ma, se devo essere sincero, vivo questo periodo con un forte senso di incertezza. Prima il covid, che per due lunghi anni ci ha portati a vivere la nostra quotidianità con la paura del domani, e oggi la guerra, che trovo assurda e insensata. Mi sento impotente e allo stesso tempo triste per tutti i civili innocenti che devono subire i capricci dei potenti. 

Della società di oggi cosa ti fa più paura?

L’arroganza e la poca umanità. Il discorso sarebbe molto lungo ma di certo se ci pensiamo bene viviamo in una società aggressiva, arrogante e impaziente. Basti pensare ai leoni da testiera, sempre in attesa di qualcosa o qualcuno da aggredire o violentare verbalmente pensando di essere in diritto di poterlo fare solo perché si trovano dietro ad uno schermo di un computer o di un cellulare. In pochi anni ci siamo involuti pensando di esserci evoluti e questo fa paura perché a mio avviso abbiamo totalmente perso la coscienza di noi stessi senza capire che di fatto non siamo quello che crediamo di essere. 

Cosa ti fa ben sperare?

La nuova generazione. La trovo molto intelligente, veloce e sensibile. È una generazione apparentemente distratta dalla tecnologia ma non lo è verso il prossimo, verso l’ambiente e verso la vita. Sono convinto che la nuova generazione abbia la capacità di salvare il mondo.

I tuoi prossimi progetti?

Devo dire che sono un po’ scaramantico a tal punto che evito, anche in famiglia, di raccontare ciò che bolle in pentola per paura che possa non succedere. Spesso, dopo un provino, rientro a casa e praticamente non racconto nulla e alla domanda “come è andata” la mia risposta è: fatto e dimenticato. Posso dire, però, che per la prossima estate farò un po’ di date in alcune piazze con il mio quintetto e poi un bellissimo progetto che sto sviluppando per Food network. Inizieremo girando una puntata pilota, per poi arrivare a qualcosa di veramente bello.

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