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Sofia Cresti
INTERVISTE MUSICA

Aspettando “Non Arrenderti Mai”… semplicemente Sofia (intervista)

Sofia Cresti, in arte Sofia, è nata in un paesino toscano, Sinalunga in provincia di Siena, nel novembre dell’83. Diplomata in flauto traverso al Conservatorio, una laurea in giurisprudenza e una bella esperienza di musica live con diversi gruppi, Sofia riparte mostrando il suo lato migliore, scrivendo le proprie canzoni con una nuova maturità artistica e la voglia di “uscire allo scoperto”. La cantautrice toscana ha saputo fare tesoro dei momenti più difficili, per elaborare e curare con la scrittura ogni ferita, trovando una nuova dimensione di cantautrice.

Oggi Sofia si racconta con la voglia di “ballare a piedi nudi” con Ascanio Leo, il suo bambino, perché il talento e la passione sono come l’amore vero: possono fare lunghi giri, ma prima o poi tornano. Una bella storia la sua, che ci mostra una donna fragile e tenace, che ha saputo ritrovar-si e, forse, diventare migliore.

Sofia, quando è entrata nella tua vita la musica?

Come tante bambine facevo danza, ma il giorno della Prima Comunione cantai in chiesa e, da quel momento, decisi che era esattamente quello che volevo fare. Grazie alla mia famiglia ho studiato canto e diventava ogni giorno più importante per me. Quando partecipavo ai concorsi, spesso ero la più piccola, riuscivo a “rompere” le uova nel paniere a categorie più alte perché, con spontaneità e senza paura, vincevo non solo la mia categoria, ma spesso gli assoluti. Per ricordarne uno su tutti, nel 2001 arrivai in finale a Castrocaro su Rai1, avevo solo diciassette anni ed ero la più giovane.

Hai studiato molto: pensi sia stato importante?

Credo che ci siano tempi, e tempo, per ogni cosa. Ho fatto il liceo classico con indirizzo musicale e, non avendo nessuna preparazione, ho studiato tutta l’estate per passare l’esame di ammissione. In seguito, mi sono iscritta a giurisprudenza, che era un mio pallino, e poi, nonostante lavorassi e avessi un gruppo col quale suonavo, mi sono laureata. Non mi piace lasciare le cose a metà e, pur sapendo che non avrei mai esercitato, ho dovuto portarla a termine. Sono convinta che sia stato importante e formativo per me. È importante essere “attrezzati”, avendo dalla nostra parte una preparazione, la conoscenza a prescindere dal mestiere che verrà. Solo con la conoscenza si può essere in grado di scegliere e comprendere a fondo anche la vita.

Il flauto traverso, il rock e la voglia di scrivere sono i tuoi “tratti somatici” da cantautrice?

Il flauto traverso è il mio strumento che dà voce a quello che ho dentro in modo istintivo e atavico. Il rock l’ho suonato con i miei gruppi e ha fatto da colonna sonora alla mia gioventù e rimane una matrice importante della mia musica. La scrittura si è rivelata riparatrice e fondamentale per elaborare un momento complicato, aprendomi ad un nuovo dialogo con me stessa e con gli altri.

Un momento complicato che, come dici, hai saputo superare grazie alla scrittura. Vuoi parlarcene?

Diventare mamma è il momento più importante e speciale per una donna, ma è abbastanza comune, anche se ne parla ancora poco, cadere in una depressione post-partum. Avevo tra le braccia la mia creatura ma mi sentivo persa, stavo male. Parlarne è difficile, ma bisogna superarla e confidarsi. Oggi so che avrei dovuto aprirmi almeno con mia mamma: invece ho provato vergogna e non sono stata capace di capire cosa mi stesse succedendo. Mi sentivo in colpa con mio figlio che amavo profondamente, per quella tristezza, quel peso che mi schiacciava il cuore. Il mio nuovo singolo parte proprio da lì: è una canzone d’amore per Ascanio Leo, per me e per tutte le donne.

Come nascono le tue canzoni?

Tutti i brani che scrivo sono molto personali, partono da riflessioni, affetti, importanti. Il mio vissuto in chiave musicale. Sono cantautorali, nel senso più pieno del termine, ma pescano in quel rock elettronico che mi ha accompagnato da giovanissima con le mie band.

Chi o che cosa è stato complice di questa importante svolta artistica?

La vita talvolta ci sorprende con incontri che sembrano occasionali, ma mi piace pensare che siano già scritti. In un viaggio in treno verso Milano ho incontrato Angelo De Luca, col quale è scattata da subito una bella empatia, al punto che mi sono confidata come se fosse un vecchio amico. Ci siamo scambiati il numero e la promessa che mi avrebbe mandato qualche melodia sulla quale lavorare. Grazie ad Angelo poi, l’incontro con Bruno Milioni e per me, una nuova avventura con compagni di viaggio preparati e attenti che hanno saputo capire la mia musica, trovando gli arrangiamenti giusti e lavorando al mio fianco. Su quella melodia, di getto ho scritto quello che aspettava solo di essere condiviso, la prima canzone di una nuova vita artistica e personale. Scrivendo rimettevo a posto tante cose dentro di me, mi sono curata. Pensare che all’inizio non ero neppure troppo convinta! Mi sono fidata, sostenuta dall’incoraggiamento di entrambi che vedevano in me quello che io ancora non capivo. Con loro ho un bellissimo rapporto, Bruno si occupa degli arrangiamenti e Angelo delle melodie. Sono una perfezionista e quando siamo in studio, lavoriamo bene come se collaborassimo da sempre. Una bella squadra!

Il flauto continuerà ad accompagnarti?

Si, perché mi appartiene e credo sia anche una sorta di firma, la mia. È la mia voce interiore e lo rimarrà sempre.

Cosa chiedi alla musica?

Di continuare ad accompagnarmi: l’unica che mi fa sentire perfettamente centrata. Quello che provo quando suono dal vivo e canto la mia musica è una gioia pura, vera: è amore ai massimi livelli.

Ci puoi anticipare la data dell’uscita del nuovo singolo e del suo video?

Non Arrenderti Mai” uscirà a settembre e aprirà la strada ad altre canzoni che sono già pronte e che non vedo l’ora di condividere.

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