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Platone e Aristotele nella Madonna Bardi di Sandro Botticelli

Annalisa Di Maria, specializzata nell’iconografia rinascimentale, ha condotto uno studio approfondito sulle opere di Sandro Botticelli: la sua grande conoscenza del Neoplatonismo le ha permesso di fare grandi scoperte sulle opere del pittore fiorentino.

Nella cerchia della famiglia Medici, Botticelli, fece amicizia con umanisti come Angelo Poliziano, Pico Della Mirandola e Marsilio Ficino, quest’ultimo a capo dell’Accademia Neoplatonica di Firenze. Questo movimento mirava a conciliare cristianesimo e platonismo. Nelle opere di Botticelli, i personaggi hanno una forte somiglianza con persone che stimava. Sulla “Madonna Bardi” di Botticelli datata 1484/1485, in una scena all’aperto, con vegetazione rigogliosa, che ricorda i giardini dedicati al mitico eroe “Academos”, gli uomini che circondano la Vergine hanno per ritratto sia la rappresentazione dei due santi, sia quella di Platone e di Aristotele. Platone ebbe un posto così importante nell’accademia neoplatonica di Firenze a tal punto che ogni anno Lorenzo de Medici celebrava a palazzo una festa in suo onore.

Annalisa Di Maria ci racconta, secondo i suoi studi, che Botticelli espresse in quest’opera il suo desiderio di unire cristianesimo e platonismo. Cosimo I de Medici fu all’origine di questa Scuola Neoplatonica a Firenze e con lui iniziò il mecenatismo. Suo nipote seguì la stessa strada e divenne una delle figure più straordinarie del suo tempo. Gli accademici di questa scuola lavorarono sul concetto del bello e del sublime. Ne “L’Adorazione dei Magi” di Botticelli, troviamo ritratti molti accademici, come Angelo Poliziano e il Conte Pico Della Mirandola. Questi due accademici erano molto legati a Botticelli che nutriva per loro una grande ammirazione. In Poliziano, Botticelli incontra l’amico sognato, il poeta dall’anima gemella che lo aiuterà con devozione ed entusiasmo nelle sue creazioni più ambiziose. La “Madonna”, nelle opere del pittore, pur essendo un soggetto sacro, di carattere cristiano, proclama una novità in pieno spirito rinascimentale. Sandro Botticelli la rappresenta come una Madonna Humanitas, sotto la cui protezione si schierarono i filosofi della scuola platonica della villa medicea dei Careggi. Botticelli, esprime il desiderio di una riforma della Chiesa alla luce della saggezza universale ereditata dalla tradizione greco-latina e delle verità dei due testamenti. Come per la Venere, la Madonna è posta al centro di tutto, è l’asse dell’immagine, attorno alla quale tutto è costruito.

I simboli incorporati nelle decorazioni delle opere di Botticelli“, spiega Di Maria, “sono un’eredità dell’antichità Greca, chiave di volta e simbolo architettonico del mondo antico e desiderio dell’artista di conciliare, Cristianesimo e Platonismo”.

Tutte le info su Annalisa Di Maria.

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