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Paola Perego
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Paola Perego: “Quel filo rosso invisibile che attraversa i nostri cuori”

Da sabato 21 novembre, alle 14.00, al via ‘Il filo rosso‘, il nuovo programma di Rai2 che segna il ritorno alla conduzione di uno dei volti più amati del piccolo schermo: Paola Perego.

Nel corso delle puntate la conduttrice accompagnerà i telespettatori in un viaggio nell’universo dei sentimenti di ognuno di noi, dando grande spazio alle emozioni: attraverso i legami familiari e affettivi, saranno affrontati argomenti e temi sociali di vario genere, questioni che riguardano tutti da vicino, tra momenti di riflessione, d’informazione, d’intrattenimento e di spettacolo.

Paola, come nasce questo programma?

L’idea è nata dal Direttore di Rai2 Ludovico Di Meo. Sono anni che ci conosciamo ma non c’era stata mai l’occasione di lavorare insieme. Mi ha chiamata e mi ha detto: “Perché non facciamo un programma che racconti il rapporto tra nonni e nipoti?”. Ho colto subito la sfida e ho cominciato a scrivere il programma insieme a Tonino Quinti, Nicola Lorenzi e Serena Costantini proprio durante il lockdown: un momento storico, questo dell’emergenza Coronavirus, in cui i nonni sono i protagonisti perché più vulnerabili. Ci siamo accorti, così che il filo rosso, quel filo invisibile che lega il cuore di due persone che si vogliono bene, non è solo tra nonni e nipoti ma anche tra fratelli e sorelle o, perché no, tra due amici. A volte quel filo può spezzarsi e il nostro compito sarà di aiutare a ricucirlo, dove possibile.

Quali sono le storie che racconterete?

La nostra volontà è quella di cercare di raccontare solo storie a lieto fine, per staccare un po’ la spina da questo periodo storico difficile e strappare, dove possibile, un sorriso. Un’alternativa alle notizie drammatiche, dove si parla di buoni sentimenti e delle storie di vita delle persone che, alla fine, sono anche un po’ quelle di tutti noi e con cui ci possiamo confrontare. Ci sarà anche uno spazio, ‘Una poltrona per due’, dove ci saranno due ospiti che hanno un filo rosso interrotto per un argomento che spacca: insomma, tematiche più pop che possono creare piccole sfilettature a questo filo rosso, come per esempio la chirurgia estetica o il tradimento.

Puoi anticiparci qualcosa sulla prima puntata?

Avremo la storia molto bella di un ragazzo che ha passato dei momenti davvero duri nella sua vita e che grazie all’aiuto dei suoi nonni alla fine, però, ce l’ha fatta.

Qual è stata la difficoltà più grande?

Naturalmente ci siamo dovuti adeguare a quella che è l’emergenza sanitaria che stiamo vivendo: tante storie le abbiamo arginate perché magari i protagonisti si trovano in zone rosse del nostro Paese e quindi saranno in collegamento. Alcune storie, inoltre, le racconteremo attraverso delle ricostruzioni in studio.

Pensi che cambieranno i rapporti tra nonni e nipoti dopo questa emergenza sanitaria?

Credo che tanti nipoti abbiano rivalutato la figura dei nonni che purtroppo finora era stata data un po’ per scontata. Dopo questo momento storico in cui siamo costretti a non abbracciarli, auspico un’attenzione maggiore nei confronti degli anziani, perché sono una risorsa del nostro Paese, e non un peso.

Sei una giovane nonna: cosa ti sta insegnando questa esperienza?

Non pensavo ci si potesse rimbambire a questi livelli (ride, ndr). Prima che nascesse mio nipote Pietro, quando vedevo le altre nonne pensavo fossero esagerate. Invece è molto di più di quello che immaginavo. Oggi non riesco a capire come abbia fatto a vivere senza di lui. Sarei disposta a tutto per questo bambino.

E’ cambiato il rapporto con tua figlia Giulia?

Lei è stata sempre una ragazza molto indipendente: ricordo che quando è andata a vivere sola chiamava ogni quindi giorni (ride, ndr). Dopo aver scoperto di essere rimasta incinta è stata più presente, coinvolgendomi molto: mi lascia il bambino quando ha bisogno e io, con orgoglio e piacere, ci sono sempre.

Nelle settimane scorse hai contratto il Coronavirus: cosa porti con te da questa esperienza?

Innanzitutto sono stata fortunata perché non sono finita in ospedale. Non potevo vedere nessuno e ho capito cosa vuol dire stare in isolamento, quanto sia importante avere una persona vicina e poterla abbracciare. La cosa che più mi spaventa è che, oltre a mia sorella, mio cognato e i miei nipoti, ora ho i miei due genitori anziani col Covid: abitano lontano, a Milano, e non poterli vedere, con la paura che la malattia possa degenerare, è terrificante. Spero riescano a superare il più presto possibile questo momento.

Cosa pensi dei negazionisti?

Li porterei in un reparto di terapia intensiva a far visita alle persone intubate. Mi fanno davvero arrabbiare: non si può negare senza sapere.

Cosa c’è nei tuoi progetti futuri?

Per ora voglio dedicarmi completamente a questa sfida. Il mio futuro televisivo? Bisogna chiedere al direttore Di Meo (ride, ndr).

Da anni il pubblico televisivo chiede il ritorno de ‘La Talpa’…

E’ un programma che è nel mio cuore e se a distanza di anni ancora tanta gente vorrebbe rivederlo un motivo ci sarà. Naturalmente non dipende da me: ci vuole una rete e una casa di produzione. Se mi chiamano sono pronta!

(photo credit Instagram)

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