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TEATRO

“Follia di Shakespeare – Macbeth VS Romeo e Giulietta” debutta al Teatro A. Rendano: appuntamento il 23 e 24 aprile

Sabato 23 (alle ore 20.30) e domenica 24 aprile (ore 18) sul palco dello storico Teatro A. Rendano di Cosenza debutterà in anteprima nazionale il nuovo spettacolo di Max Mazzotta “Follia di Shakespeare – Macbeth VS Romeo e Giulietta” all’interno della “Rassegna L’AltroTeatro”. Lo spettacolo è prodotto da L’AltroTeatro (Gianluigi Fabiano, Giuseppe Citrigno, Giada e Serena Falcone), nato da un progetto della compagnia LiberoTeatro. Prove e allestimento realizzate al PTU (piccolo Teatro Unical) grazie alla sensibilità del Rettore Nicola Leone e alla collaborazione al Dipartimento Studi Umanistici (Prof. Francesco Perrelli) e al CAMS ( Presidente Prof. Francesco Ragnolo).

Ad interpretare il doppio ruolo della Lady e della bella Capuleti, l’intensa attrice siciliana Stella Egitto (“In guerra per amore” di Pif -2016 ; “Tu mi nascondi qualcosa” di Giuseppe Loconsole- 2018 ;“I racconti della Domenica” di Giovanni Virgilio-2021). A vestire i panni del tormentato Macbeth e del poetico Mercuzio, Lorenzo Richelmy (“Fat Cat” di Michele Fiascaris -2013; serie Netflix “Marco Polo”-2014; “Il talento del calabrone” di Giacomo Cimini-2020). Con loro gli attori della storica compagnia Libero Teatro diretta da Mazzotta. In realtà, “Follia” fu lo spettacolo che suggellò la nascita della compagnia nel 2000. Oggi, a distanza di 22 anni, torna a rivivere sulle tavole del palcoscenico in una rielaborazione originale.

Lo spettacolo 

“Follia di Shakespeare” è un’originale indagine poetica sulla tragedia shakespeariana. Amore e follia sono il  nucleo centrale del Macbeth e di Romeo e Giulietta. I due drammi possono essere letti seguendo il medesimo filo rosso: la follia e la perversione che l’amore può ingenerare. Le vicende si intrecciano sul palcoscenico in un gioco di specchi e di doppio in cui il confine, tra le due tragedie, diventa labile. Le atmosfere esoteriche del Macbeth si fondono con l’identità popolare di Romeo e Giulietta. Infinite possibilità hanno origine dal “doppio ruolo” che ciascun attore è chiamato ad interpretare nell’intreccio delle due storie. Se assistere a Macbeth che veste i panni di Mercuzio ingenera un moto di benevolenza nonostante le atrocità commesse, vedere Lady Macbeth diventare Giulietta, ci suggerisce quanto possa diventare folle e diabolico l’amore.

Il Macbeth è un racconto onirico, un ponte sospeso tra naturale e soprannaturale, il male che divora dentro lentamente ciò che è intorno e mai il contrario. Fino alla morte di Mercuzio, Romeo e Giulietta è una gustosa commedia popolare. L’uso del dialetto calabrese, non solo restituisce ai personaggi la veridicità della loro condizione umana, ma gli garantisce anche quelle sfumature interpretative che sono la forza del linguaggio tragicomico. Le scene in dialetto di Romeo e Giulietta sono frutto di una traduzione che s’ispira al concetto che “tutto è un gioco”. L’amore e l’amicizia sono un gioco ma anche l’odio tra le due famiglie (Montecchi e Capuleti) rievoca un rituale antico nell’immaginario popolare. Ecco perché si è scelto di raccontare la “faida” tra le due famiglie, pronte a sfoderare l’odio brutale l’una contro l’altra, per una partita di pallone. Due squadre rivali, due modi opposti di vivere il gioco. La commedia, in un gioco di riflessi, si specchia nella tragedia e viceversa. Lo spettacolo ha una regia moderna che attinge a piene mani al montaggio cinematografico. La rappresentazione contemporanea delle due tragedie diventa possibile grazie alla molteplicità dei linguaggi. Ed è proprio “il doppio” interpretato dagli attori che permette di passare da una tragedia all’altra senza che il racconto subisca traumi, una narrazione fluida, per quadri, che risulta originale e sorprendente.

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