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Venezia 78: il discorso di Arianna, madrina del “Sorriso Diverso Venezia Award” (ESCLUSIVA)

Pioggia di applausi e commozione ieri al Lido di Venezia durante il discorso della performer Arianna, madrina del “Sorriso Diverso Venezia Award“, Premio collaterale ufficiale della 78esima Mostra internazionale d’arte cinematografica.

Nel corso della cerimonia – che ha visto salire sul palco Sergio Iapino che ha ritirato il Premio Speciale “Sorriso Diverso Venezia Award” per la carriera cinematografica di Raffaella Carrà, il regista Gabriele Mainetti che ha ritirato il premio per il “Miglior Film Italiano” per il suo “Freaks Out” e Alexandre Moratto che si è aggiudicato il premio come “Miglior Film Straniero” con “7 Prisoner” – Arianna, reduce dal grande successo della sua hit “Beautiful Angel”(LEGGI ANCHE: “Beautiful Angel”: fuori il nuovo singolo di Arianna), ha catalizzato l’attenzione del pubblico in sala con un monologo che Zoom Magazine pubblica in esclusiva sulle sue pagine.

Sogno, evasione e magia: se dovessi sintetizzare in tre parole ciò che il cinema ha rappresentato per lungo tempo per me userei proprio queste.

Da bambina rimanevo affascinata e a bocca aperta di fronte a quello schermo gigante in sala. Mi accoccolavo sulla poltrona, sgranavo gli occhi e mi lasciavo trasportare altrove, lontano, molto lontano, da quelle immagini. Pensavo fosse davvero una sorta d’incantesimo… persino più bello di quelli dei maghi che ammiravo al circo. Restavo stregata dall’incanto, sì davvero un incanto, della settima arte e nulla riusciva a smuovermi da lì.

Crescendo poi ho capito che non si trattava, però, solo di mero intrattenimento. Una funzione nobilissima, sia chiaro, ma il cinema non poteva esaurirsi solo a quello. Mi sono resa conto, diventata adolescente, di quanto fosse in grado di veicolare messaggi, di suggerire idee, di seminare qua e là preziosissimi spunti di riflessione.

È lì che ho rintracciato la funzione sociale che può, e deve, assolvere la settima arte. Quella settima arte che è ambasciatrice di preziosi insegnamenti, megafono di istanze che se fossero diffuse in altro modo non sarebbero recepite con la stessa forza. Non avrebbero lo stesso impatto dirompente.

Ci riflettevo giorni fa di fronte alle terribili immagini provenienti dall’Afghanistan. Tutti i regimi dittatoriali che si sono succeduti nella storia hanno sempre esercitato un rigidissimo controllo, se non addirittura un vero e proprio divieto, un’inflessibile censura, sulla produzione cinematografica. L’hanno costantemente piegata e usata per loro esigenze propagandistiche.

Perché lo hanno fatto? Perché hanno intuito la sua forza, la sua capacità di penetrazione nelle menti e nei cuori della gente. È pericoloso il cinema se non si inginocchia al potere. È pericoloso perché apre le nostre menti, le illumina. In poche parole: ci rende migliori.

Ecco io sono onorata di essere madrina del Sorriso Diverso perché negli anni ha sempre fatto proprio questo: aprirci alla comprensione della diversità. Diversità intesa rigorosamente come unicità, come inclusione, come condivisione, come solidarietà. Una kermesse prestigiosa che ha saputo esaltare la funzione sociale del mondo del cinema, diventandone il migliore esempio.

La nostra società può davvero diventare migliore e guardare al futuro con maggiore speranza e ottimismo se comprende che quei valori possono e devono guidare il nostro agire…

Il mondo del cinema e questo Festival lo hanno compreso già parecchi anni fa.

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