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Le conseguenze del Covid: più del 30% dei guariti ha perso i capelli. I trattamenti adeguati

Più del 30% di chi ha avuto il Covid-19 ha manifestato un’importante caduta dei capelli. Lo attestano studi medici autorevoli che, avvalendosi della consulenza di esperti in tricologia, hanno ormai scientificamente dimostrato la relazione tra virus ed indebolimento della cute.

Si tratta di un fenomeno ormai molto esteso – spiega Ilenia Benaglia, titolare de La Bottega del Capello di Cesenatico – io stessa, esaminando la cute di tante mie clienti guarite dall’infezione, mi sono resa conto di un’anomala perdita di capelli”. 

Benché si tratti di un effetto collaterale ‘solo’ di natura estetica – e dunque non ritenuto prioritario dai medici – anche la scienza si sta finalmente focalizzando su questo nuovo fenomeno. 

Ilenia Benaglia

Sono davvero tanti – prosegue Ilenia – coloro che, una volta guariti dal virus, manifestano un generale diradamento della cute. Si tratta di un fenomeno non marginale visto che, se non adeguatamente trattato, può modificare in maniera significativa l’aspetto estetico di una persona”. 

La fisiologica perdita dei capelli (100-200 capelli al giorno), dopo la guarigione dall’infezione da coronavirus, subisce quindi un’improvvisa accelerata che, in alcuni casi, si protrae per molto tempo, provocando danni seri alla cute: “Nel 90% dei casi esaminati – spiega Ilenia – la caduta si manifesta dopo due/tre mesi dalla negativizzazione del tampone naso-faringeo e del test sierologico, quando il paziente sta bene e non associa questo disturbo al pregresso episodio infettivo, mentre nel 10% dei casi la perdita dei capelli è immediata, ovvero avviene durante la fase acuta dell’infezione virale”. 

La causa di tale complicanza è stata attribuita alla tossicità diretta del Covid sui follicoli piliferi e sui vasi capillari del cuoio capelluto, alla ipo-ossigenazione del sangue durante la malattia, all’allettamento, ai farmaci assunti, alla perdita di peso, alla sofferenza sistemica dell’organismo durante la malattia (febbre alta, ipossia generalizzata), alla comorbilità durante il periodo infettivo ed al forte stress al quale in quei giorni è sottoposto l’organismo: “Il paziente può notare questo effetto la mattina al risveglio (capelli sul cuscino), quando li lava, con la spazzolatura o anche semplicemente passando la mano tra i capelli durante il giorno; questi si riducono in breve tempo di massa e di volume, con aree di evidente diradamento”. 

Fortunatamente il danno è reversibile e, anche se la perdita di capelli post-Covid si attenua naturalmente, la ricrescita completa avverrà solo dopo parecchi mesi: “Ma è proprio in questa fase – spiega Ilenia Benaglia – che diventa importantissimo sottoporsi a trattamenti adeguati. Una regolare detossinazione, ad esempio, purifica la cute creando le condizioni tricologhe ideali per una ricrescita più rapida e vigorosa. L’ossigenazione cutanea e la fisiologica eliminazione delle tossine dermiche, infatti, permette di contrastare la caduta dei capelli e, attraverso massaggi linfatici e ad un’accurata integrazione, contribuisce a riequilibrare il metabolismo dei bulbi. I trattamenti – conclude – sono molto efficaci per prevenire il fenomeno o comunque per contenerlo, ma anche per intervenire in una situazione di perdita conclamata dei capelli”.

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