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Inclusione sociale, Biffoni: “Progetto LGNetEA riuscito, diventi modello basato sull’azione dei Comuni” 

L’esperienza realizzata in questi due anni, a dispetto delle difficoltà attraversate durante la pandemia, è la prova provata di quello che Anci va ripetendo da anni ai vari governi: ascoltate i Comuni, date loro delle risorse con una interlocuzione diretta, e loro si sapranno organizzare con una regia centrale arrivando a conseguire risultati concreti sul versante dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti”. Lo ha sottolineato Matteo Biffoni, sindaco di Prato e delegato Anci all’Immigrazione, intervenendo al convegno finale del progetto LGNetEA. Il progetto, co-finanziato dal Fondo Asilo Migrazione e Integrazione dell’Unione Europea nell’ambito delle Misure Emergenziali, è stato realizzato grazie a un partenariato strategico che ha visto operare insieme il Ministero dell’Interno – Dipartimento per le Libertà Civili e l’Immigrazione in qualità di capofila e il sistema dei Comuni italiani rappresentato da ANCI, Cittalia, ANCIcomunicare, da sedici Comuni di medie e grandi dimensioni e da tre enti strumentali. 

Nell’emergenza attuale per l’Ucraina, così come già accaduto per quella afghana, i Comuni si sono fatti trovare pronti e questa esperienza dai risultati tangibili che presentiamo oggi – ha aggiunto Biffoni – ha ampiamente superato il suo stress test sul campo. Il nostro auspicio è che questo modello ora esca dalla sua fase di sperimentazione e diventi una modalità ordinaria e strutturale. Ci auguriamo che da questa esperienza venga fuori un modello che – ha concluso il delegato Anci – con le risorse nazionali gestite dai Comuni con la regia dell’Anci diventi patrimonio condiviso di tutto il sistema”.

Soddisfazione per i risultati di LGNetEA è arrivata anche dal prefetto Mara Di Lullo, Direttore Centrale per le politiche migratorie – Autorità Fondo Asilo Migrazione e Integrazione del Viminale. “Da quando siamo partiti con il progetto, le condizioni sul campo sono molto cambiate, ma, malgrado ciò, siamo riusciti a vincere la sfida migliorando lo standard dell’accoglienza e del welfare garantito agli immigrati che si trovano a vivere condizioni di marginalità sociale”.

L’obiettivo del progetto è stato sintetizzato sin dall’inizio nello slogan che ha accompagnato le attività sul territorio: ‘prendersi cura delle persone, per prendersi cura delle città’: una modalità nuova di considerare il fenomeno dell’immigrazione, che attraverso percorsi specifici di inclusione e integrazione, diventa opportunità di crescita e sviluppo per l’intera comunità”, commenta da parte sua il presidente dell’Anci Antonio Decaro, che sottolinea i risultati raggiunti.

In totale sono state create o rafforzate 13 unità di strada, attivati 8 centri servizi (one-stop-shop) e costituite 15 equipe multidisciplinari per la presa in carico emergenziale. Le unità mobili hanno effettuato circa 1300 interventi e gli one-stop-shop hanno preso in carico quasi 1000 utenti. Sono stati messi a disposizione 730 posti letto e quasi 1000 migranti hanno potuto beneficiare di un sostegno abitativo, mentre nell’ambito delle attività di integrazione e di impegno civico sono state costituite 20 squadre che hanno realizzato attività di volontariato per un totale di quasi 5500 ore. Ecco perché – conclude Decaro – ci auguriamo che il modello LGNetEA possa essere replicato su più vasta scala e inserito dentro gli obiettivi strategici della programmazione europea”.

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