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Alessandro Cucinotta: “Elena Sofia Ricci e Mika scelta giusta per i David di Donatello”

Mancano pochi giorni alla serata di consegna dei premi David di Donatello, gli oscar del cinema italiano, che resta orfana di Carlo Conti alla conduzione, per un cambiamento originale e gradito a tutti: padroni di casa saranno Elena Sofia Ricci, una delle più brave attrici italiane, e Mika che di fatto è un artista internazionale.

Parliamo dei David di Donatello con Alessandro Cucinotta, conduttore e showman siciliano, che racconta il suo punto di vista e suggerisce anche una visione più leggera del premio, in modo da poter essere accolto abbraccia aperte anche da un pubblico più giovane.

Quest’anno i David di Donatello restano orfani di Carlo Conti alla guida dopo molti anni. Come hai reagito di fronte a questa notizia?
Carlo Conti per me è stato un riferimento assoluto: elegante, competente, sempre misurato. Quando ho saputo che avrebbe lasciato la conduzione dei David, ho provato un po’ di malinconia. È come se un amico fidato cambiasse città. Però, da aspirante conduttore, penso anche che il cambiamento sia necessario per fare spazio a nuove energie e visioni.

Al suo posto Elena Sofia Ricci e Mika. Come li vedi in coppia? Sapranno tenere il palco come Conti?
Elena Sofia Ricci è una fuoriclasse, ha il carisma dell’attrice consumata e sa come bucare lo schermo. Mika è un artista internazionale, coinvolgente, imprevedibile… la scintilla c’è. Non sarà facile eguagliare lo stile rassicurante di Conti, ma penso che la loro chimica possa dare un tocco nuovo alla serata. E poi, chi ama il palco – come me – lo riconosce al primo sguardo: loro lo sanno abitare.

Secondo te, che ruolo ha oggi il David di Donatello nella promozione del cinema italiano, soprattutto tra i più giovani?
il David è ancora un simbolo importante, ma ha bisogno di parlare di più ai giovani. Magari attraverso social, format nuovi, contenuti dietro le quinte che mostrino il lato umano del cinema. Il fascino del tappeto rosso resta, ma oggi serve anche autenticità. Se riuscissimo a raccontare il sogno che c’è dietro ogni ciak, forse avremmo un pubblico più coinvolto.

Hai mai pensato a cosa diresti se fossi tu a ricevere un David, magari per un cameo in un film o una conduzione cinematografica?
Ci penso spesso, non lo nascondo! Credo direi: “A chi diceva che sognare era inutile, rispondo con questo premio. E lo dedico a chi, come me, crede che con passione e perseveranza si possa arrivare ovunque. Questo è solo l’inizio.” Poi probabilmente tremerei come una foglia… ma col cuore in festa.

Si dice che il cinema italiano sia in crisi, eppure ci sono notizie incoraggianti. Cosa dovrebbe fare l’industria cinematografica per risollevare le sue sorti?
Il cinema italiano ha un’anima fortissima. Dobbiamo puntare sulle storie autentiche, valorizzare i talenti giovani, unire il meglio della tradizione con i nuovi linguaggi. Serve più coraggio nelle produzioni, e più sinergia con le piattaforme digitali. E soprattutto, tornare a credere che raccontare bene può davvero cambiare le cose.

I Premi David, ma come altri, riescono a invogliare il pubblico ad andare a vedere un film che ne ha vinto uno sul grande schermo?Dipende da come viene raccontata la vittoria. Un premio come il David dovrebbe far scattare la curiosità, creare l’effetto “non posso perdermelo”. Ma per riuscirci serve comunicazione efficace, anche sui social, coinvolgendo chi quei film li ama davvero e può trasmetterne il valore al pubblico.

Se ti proponessero un ruolo in questa magica serata, Alessandro Cucinotta cosa farebbe?
Mi butterei a capofitto! Che sia per presentare un premio, animare il backstage o fare un’intervista sul red carpet, per me sarebbe un onore e una grande occasione per respirare da vicino la magia del cinema italiano. Con la giusta dose di emozione, grinta… e un sorriso che non si spegne.

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