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Intervista a Gina Amarante, rivelazione di Gomorra 3
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Intervista a Gina Amarante, rivelazione di Gomorra 3

Gran finale stasera su Sky Atlantic con gli ultimi due episodi di Gomorra 3. La serie diretta da Claudio Cupellini e Francesca Comencini, ispirata al romanzo di Roberto Saviano, è ormai diventata un cult, al punto che i primi tre episodi sono stati proiettati in anteprima in oltre 300 sale cinematografiche.

In attesa di scoprire il destino di protagonisti, abbiamo incontrato una delle new entry, Gina Amarante. L’attrice 25enne di origine campane ha in comune con il suo personaggio, la camorrista Maria, una grinta incredibile. Un ruolo molto complicato, dalle mille sfaccettature.

Come definiresti il tuo personaggio?
Potrei definire Maria una ragazza segnata dalla vita. Cresce in un contesto difficile dove deve dimostrare continuamente di essere all’altezza di ciò che la circonda. Questo fa di lei una donna forte, una donna risoluta che sarebbe disposta a fare di tutto per l’amore della sua vita, Enzo. Ed è proprio tra le sue braccia, invece, che rivela tutta la sua fragilità.

A quali emozioni hai attinto per interpretarla?
Sicuramente ho dato fondo alla mia forza di volontà, che penso sia un’emozione che abbiamo in comune io e Maria. Poi ho studiato proprio questo dualismo che la contraddistingue, il continuo stare in all’erta e la consapevolezza di vivere in un ambiente violento ed essere l’unica donna in un gruppo di maschi, i Talebani.

A proposito di ruoli femminili, è difficile trovarne di cosi interessanti in Italia?
Sicuramente Gomorra ci regala sempre personaggi straordinariamente interessanti. D’altronde sono rimasti nella memoria di molti, personaggi come Donna Imma prima o Scianel adesso. Però penso che l’italia in genere non faccia mancare ruoli interessanti a noi attrici, e infatti spero presto di poter lavorare su un nuovo ruolo che mi prenda dentro, come Maria.

Nella serie si alternano alla regia Claudio Cupellini e Francesca Comencini. E’ più facile e complice essere diretta da una donna?
Devo dire che è stato bellissimo lavorare con due registi come Claudio e Francesca, non potevo essere più fortunata. C’è stata molta complicità con entrambi, hanno fatto di tutto per mettermi a mio agio sul set e il tutto è stato accompagnato da una professionalità senza limiti da parte di tutto lo staff, insomma si è fatto Cinema.

La rappresentazione della camorra in tv supera la realtà? O, al contrario, offre una visione d’insieme sotto le righe?
Penso che Gomorra offra uno spiraglio di realtà sui luoghi e le ambientazioni dove la camorra può operare. Per quanto riguarda i personaggi e la storia nella quale loro intervengono è chiaro che è tutto un po’ romanzato. Insomma Gomorra è cinema che racconta una realtà purtroppo universale, non solo di Napoli, che ha delle regole precise sopra le quali gli sceneggiatori creano una storia che catturi il pubblico.

Gina Amarante, Maria in Gomorra 3
Gina Amarante è tra le nuove protagoniste della terza stagione di Gomorra

Hai letto il libro di Roberto Saviano, da cui è liberamente ispirata la serie?
Sì, l’ho letto un paio di anni dopo la sua uscita. Devo dire che mi colpì moltissimo, anche perché il libro voleva essere proprio una denuncia aperta nei confronti tutto ciò che molti hanno sempre saputo e hanno sempre voluto mettere a tacere.
Ho letto anche gli ultimi suoi due libri e devo dire che vengo sempre subito catturata dalla sua scrittura, dal suo pensiero.

Un ricordo particolare dopo tante settimane trascorse a Napoli.
Girare a Napoli è stato magico. Anche perché abbiamo girato la maggior parte delle scene nel centro storico, a Forcella, in mercati rionali, insomma nella Napoli che viene vissuta da migliaia di persone al giorno. Sfrecciare con i “Talebani” sugli scooter per le strade trafficate con la cinepresa che ci seguiva è stato molto entusiasmante. Poi vivere quest’esperienza con tutto il cast e la troupe mi ha regalato mille emozioni. Ricordo con tanta allegria la festa di fine set, l’ultimo giorno di riprese, dove i Talebani mi hanno presa e fatta volare in aria.

Quali sono stati (e continuano a essere) i sacrifici e l’impegno che la recitazione richiede per raggiungere traguardi e successo?
La recitazione per me è stata una certezza sin da piccola, e da allora ho cercato in tutti i modi la strada giusta per farne la mia vita. Questa strada però è lastricata di sacrifici e di studio intensivo. Non si smette mai di studiare per questo mestiere. Per me in particolare prima di “Gomorra” ci sono stati dieci anni di studio e di lavoro con moltissimi maestri, registi, a volte casting director, che mi hanno dato tantissimo, si può dire che mi hanno formata. In questi dieci anni sono stati tanti i no, tanti i provini persi e le frustrazioni che ne seguivano. Ho fatto molti lavori per mantenermi alla scuola di recitazione da adolescente, ma una cosa è stata sempre chiara: la strada che volevo percorrere era questa. Quindi la parola d’ordine è perseveranza.

Quali sono i tuoi prossimi progetti in cantiere?
Intanto continuo con i provini, poi mi piace molto scrivere sceneggiature teatrali e sto lavorando anche in questo senso. Poi spero di poter lavorare presto con i tanti registi straordinari che abbiamo in Italia, sono pronta a mettermi alla prova. Il futuro sarà sempre su questa strada.

di Sacha Lunatici